Profondità: da 0 a -25 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: media
Le pareti del grande scoglio monolitico si tuffano verticali verso il fondo; pareti tappezzate da spugne colorate e madrepore (astroides calycularis) costituiscono il substrato ideale per ospitare una caratteristica e variopinta colonia di pesci pappagallo (sparisoma cretense). Tra i grossi massi accatastai sul fondo è facile avvistare grandi e piccoli esemplari di cernia (epinephelus marginatus e epinephelus alexandrinus) e famiglie di corvine (sciaena umbra); negli anfratti numerose murene (muraena helena) e la rarissima murena nera (gymnothorax unicolor). Da non perdere un’immersione notturna a Pietra Nave; il canale di sabbia che separa lo scoglio dall’isola di notte è un incredibile brulicare di vita e organismi difficilmente visibili nelle ore diurne.
Profondità: da – 13 a -28 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: media
A poche decine di metri di distanza in direzione nord dal grosso scoglio emerso di Pietra Nave, s’innalza da un fondale di circa 20 metri un altro grande monolite che risale fino a poco più di 10 metri di profondità. L’eccezionale trasparenza dell’acqua fa sì che già dalla superficie è possibile individuare con facilità la secca. Sul suo cappello un continuo carosello di castagnole (chromis chromis) e di donzelle (coris julis e thalassoma pavo) ci da il benvenuto; più in basso, tra le spaccature della roccia e negli anfratti creati dai grossi massi accatastati sul fondo, cernie (epinephelus marginatus), corvine (sciaena umbra) , occhiate (Oblada melanura) e grossi labridi si aggirano poco disturbati dalla presenza dei subacquei.
Profondità: da -26 a -60 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: difficile
Presenza correnti: medio/alta
Una delle più belle immersioni dell’Arcipelago Eoliano, riservata però a subacquei di comprovata esperienza. Tre gigantesche guglie che si ergono da un fondale di oltre 60 metri verso la superficie in un’acqua sempre cristallina. Grandi ricci melone (echinus melo), ricci saetta (stylocidaris affinis) e innumerevoli specie di organismi bentonici tappezzano le pareti verticali; nelle tane e negli anfratti trovano rifugio grandi murene (muraena helena), gronghi (conger conger), cernie (epinephelus marginatus), grossi scorfani (scorpaena porcus e scorpaena scrofa) ed ormai rare aragoste (palinurus elephas). Branchi di tanute (spondyliosoma cantharus), dentici (dentex dentex) e ricciole (seriola dumerili) incrociano di sovente sul cappello della secca. L’eccezionale presenza, sia in termini qualitativi che quantitativi, di tante specie ittiche, c’illumina sul perchè i pescatori locali abbiano ribattezzato Scoglio dell’Oro questo sito.
Profondità: da -23 a -60 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: difficile
Presenza correnti: alta
Nello specchio di mare compreso
tra Panarea e Basiluzzo una serie di catene rocciose sommerse s’innalza verso
la superficie una grande guglia dal fondo di 60 metri fino a meno
23; è quello che i pescatori locali chiamano Banco Scosso, un sito da sempre
famoso per la ricchezza della fauna che lo popola. L’eccezionale visibilità fa
sì che non appena infilato il capo sott’acqua, la grande montagna stagliata nel
blu riesca a distinguersi chiaramente. In discesa è probabile riuscire ad
avvistare copiosi branchi di dentici (dentex dentex) o di tanute (spondyliosoma
cantharus) che si allontanano sospettosi all’arrivo dei subacquei.
Ovunque, nascostem ma non troppo, nelle fenditure della roccia, murene grandi e
piccole (muraena helena), cernie (epinephelus marginatus) e grossi scorfani (scorpaena porcus e scorpaena
scrofa). Alla base della montagna una parete verticale costituisce il
substrato ideale per una miriade di ricci saetta (stylocidaris affinis), ed
innumerevoli anfratti offrono rifugio a
diversi esemplari di piccole aragoste (palinurus elephas). Più in basso,
dove la parete si poggia sul fondo, una grande caverna dall’ingresso agevole
ospita una fantastica e nutrita colonia di gamberi della specie Parapandalo (plesionika
narval).
Profondità: da -30 a -50 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: per esperti
Presenza correnti: alta
A circa 3 miglia dall’isola in
direzione sud-sud est, proprio in mezzo al canale tra Panarea e Lipari, una
vasta formazione rocciosa s’innalza da un fondale di diverse centinaia di metri
fino ad un cappello di soli 30. Una vera e propria isola sommersa posta al
centro dell’arcipelago e circondata da profondità abissali. Il regno di una
miriade di specie ittiche tra le più tipiche del Mediterraneo che si aggirano
indisturbate tra i canyon, i picchi e le depressioni che caratterizzano la
secca. Cernie (epinephelus marginatus e epinephelus alexandrinus), saraghi (diplodus
vulgaris, diplodus sargus sargus, diplodus puntazzo e diplodus annularis),
grosse tanute (spondyliosoma cantharus), dentici (dentex dentex) e gli
immancabili pelagici sono avvistabili frequentemente nelle acque del banco. La
forte corrente sempre presente e la profondità media dell’immersione che si
conduce quasi interamente intorno ai 40 metri fa sì che questa indimenticabile
esperienza sia alla portata solo dei sub più esperti.
Profondità: da -2 a -30 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: medio/bassa
Poche decine di metri ad est degli scogli della Lisca nera una vasta formazione rocciosa risale quasi verticalmente da un fondale compreso tra i 25 e i 30 metri fin quasi alla superficie. Qui come e più che in altri siti sommersi di questo comprensorio la natura vulcanica dell’Arcipelago Eoliano si manifesta in maniera evidente. Sia sulla sommità della secca, a 2/3 metri di profondità, sia sul versante orientale a oltre 20 metri, imponenti colonne di bollicine gassose si liberano senza soluzione di continuità dal substrato, che ha assunto ormai una candida colorazione biancastra, per correre velocemente verso la superficie. Uno spettacolo di grande effetto riscontrabile solo qui e in pochi altri siti al mondo. Tutto intorno è un carosello di nutriti branchi di saraghi (diplodus vulgaris), occhiate (oblata melanura), salpe (sarpa salpa) e sfuggenti cefali (mugil cephalus). Nei pressi della parete sud orientale della secca l’appuntamento con un grosso branco di barracuda mediterranei (sphyraena sphyraena) è una piacevole e consolidata abitudine. Ovunque cernie piccole e grandi si rintanano diffidenti alla vista dei subacquei. La profondità media della secca e l’assenza di forti correnti fa sì che questa immersione possa considerarsi alla portata di subacquei di ogni livello.
Profondità: da 0 a -50 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: bassa
A soli 5 minuti di navigazione da Panarea una piccola formazione rocciosa si erge dal fondale poco a nord dell’isolotto di Dattilo. Grossi massi, pareti, cavità e grotte s’inseguono l’un l’altro senza soluzione di continuità verso il fondo; sul substrato roccioso e tutto intorno ad esso è un brulicare continuo di vita bentonica e pelagica in un’acqua sempre straordinariamente trasparente. Crostacei, spugne, colorati nudibranchi, popolano ogni centimetro quadrato di roccia; tra gli anfratti e nel blu specie ittiche tra le più disparate nuotano e si rincorrono tra di loro. La parte meno profonda dei Panarielli è caratterizzata da bellissime grotte, piccole e grandi, che ospitano colonie di magnose (scyllarides latus), di bellissime cipree (luria lurida ed erosaria spurca), granchi, coralli e madrepore di ogni genere. Più in basso, piccole aragoste (palinurus elephas), cernie (epinephelus marginatus) e scorfani (scorpaena porcus e scorpaena scrofa) popolano le cavità più riparate. Nel blu spesso incrociano nutriti branchi di occhiate (oblata melanura), ricciole (seriola dumerili) e barracuda (sphyrena sphyrena).
Profondità: da -5 a -40 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: medio/bassa
A poche centinaia di metri dai
Panarielli in direzione est-nordest un’altra grossa formazione rocciosa
s’innalza verso la superficie fino a quasi sfiorarla; è la Secca dei
Panarielli, un articolato sistema di costoni e canaloni che percorrono il
fondale in direzione est-ovest. Il cappello della secca, posto a meno 5 metri,
è abbastanza vasto e non segnalato, ma facilmente avvistabile anche dalla
superficie. Le formazioni sommerse danno vita ad una serie di pareti verticali
che digradano di una ventina di metri verso il fondo e ad un serie di grotte e
grottini che offrono rifugio ad una serie di organismi sciafili caratteristici
degli ambienti bui. Magnose e magnoselle (scyllarides latus e scillarus arctus), granchi e
nudibranchi, murene (muraena helena) e scorfanetti (scorpena notata e scorpena
porcus) popolano cavità ed anfratti insieme alle immancabili cernie;
grandi branchi di salpe e di occhiate, ricciole e barracuda transitano
costantemente tra i picchi e le guglie della secca in un’acqua anche qui
incredibilmente trasparente.
Profondità: da -20 a -45 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: bassa
Poco ad ovest di Dattilo, il
grande monolite che s’innalza davanti all’approdo di Panarea e che nelle ore
serali s’illumina di una suggestiva colorazione rossastra, s’innalzano da un
fondale di oltre 40 metri due grandi costoni di roccia. La sommità dei picchi,
posta a circa 20 metri di profondità, è facilmente individuabile anche dalla
superficie. Sulle pareti che digradano verso il fondo è un continuo alternarsi
di colorati organismi bentonici; spugne variopinte, margherite di mare (parazoanthus
axinellae), madrepore arancione (astroides calycularis), madrepore
gialle (leptosammia pruvoti) e anemoni gioiello (coryniactis viridis) sono
presenti dappertutto in grande quantità sin dal cappello delle due formazioni
rocciose. Anche la fauna ittica è abbondantemente rappresentata; murene (muraena
helena) e gronghi (conger conger) fanno capolino dagli
innumerevoli anfratti, cernie (epinephelus
marginatus), grossi saraghi (diplodus sp.) e occhiate (oblada
melanura) si avvicendano alle castagnole rosse (anthias-anthias) tra le
acque libere e le tante cavità presenti. Nella parte più occidentale della
secca è quasi certa la presenza di
coppie di grossi dentici (dentex-dentex). In tarda estate
branchi di ricciole (seriola dumerili) incrociano di sovente sospesi nel blu di
acque sempre trasparenti.
Profondità: da -10 a -45 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: bassa
A poche centinaia di metri dai Costoni di Dattilo un altro stupendo pinnacolo si erge verticalmente dal fondo. La discesa nel blu ci regala subito la visione del cappello della secca posto a circa 10 metri di profondità; giù, per le pareti che ci portano rapidamente verso il fondo, in ogni spacco, in ogni anfratto, piccole e grandi cernie, musdee, scorfani e murene si mostrano di buon grado al visitatore di turno. Tutto intorno castagnole (chromis chromis), donzelle (coris julis e thalassoma pavo) e castagnole rosse (anthias-anthias) popolano copiosamente queste acque trasparenti. Tutto intorno al pinnacolo diverse formazioni rocciose si innalzano dal fondo e costituiscono l’habitat ideale per le tante specie ittiche stanziali.Profondità: da 0 a – 6 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: medio/bassa
Nel canale che separa i due
isolotti della Lisca Bianca e di
Bottaro, e intorno alle due isole stesse, in più punti emissioni gassose si
liberano dal fondale per raggiungere la superficie, creando un caratteristico
“effetto gassosa” molto piacevole da osservare sott’acqua. Soprattutto nella parte più stretta del
canale le colonne di gas fanno ribollire vistosamente la superficie del mare.
L’immersione può essere condotta effettuando il periplo di Bottaro,
soffermandosi sulle vaste praterie di posidonia presenti e sui tanti esemplari
di fauna che le popolano, per concludersi nella zona delle fumarole, dove è
bene soffermarsi per un tempo limitato onde non risentire eccessivamente della
acidità molto alta delle acque interessate dalle emissioni gassose.
Profondità: da – 25 a – 45 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: medio/bassa
Nei pressi dell’isola di Lisca Bianca, vi è il relitto di un cargo inglese chiamato Llanishen, affondato nel 1885, i cui tronconi di prua e di poppa sono ancora ben conservati. Si tratta dell’unico relitto di nave nelle Isole Eolie la cui visita, con le dovute precauzioni, non sia vietata.
Profondità: da 0 a – 20 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: bassa
Profondità: da 0 a – 55 metri
Visibilità: eccezionale
Difficoltà: facile
Presenza correnti: bassa
Profondità: da 0 a – 30 metri
Visibilità: eccezionale
Difficoltà: facile
Presenza correnti: media
Profondità: da – 10 a – 50 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: media
Presenza correnti: medio/bassa
Profondità: da – 10 a – 25 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: medio/bassa
Profondità: da 0 a – 10 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza Correnti: Bassa
Profondità: da 0 a – 15 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: media
Profondità: da 0 a – 20 metri
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: medio/bassa
Profondità: da 0 a -10 mt
Visibilità: ottima
Difficoltà: facile
Presenza correnti: bassa